Bonus edilizi arrivato il “SI” finale dal Parlamento alla legge di conversione del “Decreto cessioni”
Bonus edilizi arrivato il “SI” finale dal Parlamento alla legge di conversione del Decreto cessioni.
Tra le novità più tempo per effettuare le spese di ristrutturazione delle case unifamigliari recuperando l’agevolazione del 110%.
Vediamo i dettagli:
La data spartiacque è il 17 Febbraio da quel giorno è vietata la cessione del credito e lo sconto in fattura per usufruire dei bonus edilizi che comunque rimangono in essere, con la possibilità di detrazione fiscale al 50% in 10 anni (fruizione diretta).
Lo stop alle cessioni non riguarda comunque le zone sismiche e quelle alluvionate nelle marche, gli interventi sulle case popolari e delle ONLUS e quelle per l’eliminazione delle barriere architettoniche
Per i lavori in edilizia libera è possibile la cessione del credito e lo sconto in fattura anche se i lavori non risultano ancora iniziati alla data del 16 febbraio 2023, in base a determinate condizioni:
- Presenza di un contratto per la fornitura di beni e servizi prima del 16 febbraio 2023.
- Presenza di una “Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà” prodotta sia dal committente che dal prestatore d’opera, attestante l’accordo tra le parti prima del 16 Febbraio 2023.
Per le villette e le case uni famigliari c’è più tempo fino al 30 Settembre 2023 per sfruttare la detrazione massima del 110% nel frattempo scesa al 90%. Bisogna però aver effettuato almeno il 30% degli interventi alla data del 30 Settembre 2022.
Nel decreto appena convertito in Legge dal Parlamento c’è poi la norma che salva i crediti legati ai lavori effettuati nel 2022.
Si potranno cedere fino al 30 Novembre 2023 ma và pagata una sanzione di euro 250, il Decreto introduce poi una novità importante per i contribuenti che potranno portare in detrazione le spese sostenute per il Superbonus nella dichiarazione dei redditi in 10 anni anzichè in 4 come succede attualmente.
Le banche che hanno esaurito lo spazio fiscale per le compensazioni potranno infine convertire i crediti acquistati, in BTP (buoni del tesoro pluriennali).